Author: Gero Grassi

Comunicati Stampa / 12.12.2013


Negli ultimi cinque anni il disagio sociale è raddoppiato: lo sottolinea la Confcommercio presentando il nono numero del 'Misery Index': un indice sintetico di disagio sociale che somma il tasso di disoccupazione e il tasso d'inflazione estesa. "Il sistema - ha spiegato Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi - tiene conto della disoccupazione "estesa", che comprende disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati e la variazione dei prezzi dei beni e servizi acquistati in alta frequenza su base Istat". Tra i due parametri il peso dell'inflazione in alta frequenza e' diminuito: "oggi la quasi totalita' del disagio sociale e' imputabile alla disoccupazione". L'indice di Confcommercio calcola un'area di disagio, per quanto riguarda l'occupazione, che raggiunge i 4,3 milioni di soggetti, piu' che doppia rispetto ai 2 milioni del 2007. "A ottobre 2013 - ha spiegato Bella - i disoccupati erano 3 milioni e 189 mila a fronte degli 1,5 milioni del 2007. I cassaintegrati, considerando le unita' di lavoro a zero ore, sono passati da 71 mila a 320 mila, mentre gli scoraggiati in senso stretto, ovvero coloro che hanno comunque cercato lavoro almeno tre mesi prima della rilevazione, sono passati da 386 mila a 776 mila. "Il Misery index di Confcommercio - ha sottolineato Bella - ci dice che il disagio sociale e' raddoppiato rispetto al 2007". Confcommercio sottolinea che il pil procapite reale e' diminuito dell'8,7%, mentre i poveri assoluti sono aumentati del 98,4% passando da 2,4 a 4,8 milioni. L'indice mic e' salito tra il 2008 e il 2012 del 72,5%, raggiungendo quota 21,2.

 

Comunicati Stampa / 12.12.2013




Per la maggioranza dei cittadini (57,7%) la situazione degli uomini nel nostro Paese è migliore di quella delle donne: lo pensano le donne (64,6% delle intervistate) più degli uomini (il 50,5%). Per quattro cittadini su dieci (43,7%) la donna è vittima di discriminazioni, è cioè trattata meno bene degli uomini. Anche in questo caso a pensarlo sono più le donne (49,4%), ma la maggioranza di esse pensa che le donne siano poco o per niente discriminate. Appaiono superati alcuni stereotipi sui tradizionali ruoli di genere. Il 77,5% della popolazione non è d'accordo nel ritenere che l'uomo debba prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia. La grande maggioranza della popolazione si dice poco o per niente d'accordo con le affermazioni "gli uomini sono dirigenti migliori delle donne" e "in generale gli uomini sono leader politici migliori delle donne" (rispettivamente 80,3% e 79,9%). Il 67,7% della popolazione ritiene che "per una donna le responsabilità familiari siano un ostacolo nell'accesso a posizione di dirigente"; per l'89,2% "gli uomini dovrebbero partecipare di più alla cura e all'educazione dei propri figli"; l'87,7% sostiene che "in una coppia in cui entrambi i partner lavorano a tempo pieno, le faccende domestiche dovrebbero essere divise in modo uguale".

 

Comunicati Stampa / 11.12.2013

 





INTERVENTO DELL’ON. GERO GRASSI
VICEPRESIDENTE GRUPPO PD
DIBATTITO FIDUCIA AL GOVERNO LETTA
11 dicembre 2013
 
 
 
 
Signor Presidente,
Onorevoli colleghi,
Presidente del Consiglio,
Onorevoli Ministri,

Credo sia corretto e giusto che il Presidente del Consiglio on. Enrico Letta abbia chiesto al Parlamento una nuova fiducia rispetto ad una composizione di Governo, mutata nella partecipazione dei Gruppi Parlamentari. 
Non è solo una questione di metodo, quanto di merito, perché questo Governo ha numeri più ridotti di quello precedente, ma sono certo, ha un maggiore collante, una maggiore compattezza, una maggiore volontà non di enunciare, ma di risolvere i problemi degli italiani, con occhio e cuore rivolti soprattutto a quanti in questa società sono ai margini, non hanno voce per reclamare, soffrono condizioni economiche pesanti.
La maggiore compattezza dell’attuale maggioranza deriva da una considerazione analoga sugli interessi del Paese.
Il Governo Letta dovrà prendere atto che Forza Italia, con il voto di oggi, ma io aggiungo non solo con il voto di oggi, si consegna al ruolo di forza demagogica e populista che, sulla base di una sentenza di un Organo dello Stato, decide di ritirare la fiducia.
Evidentemente la precedente partecipazione al Governo Letta non era finalizzata agli interessi generali, ma si basava sul presupposto sbagliato, che stare al Governo può voler dire annullare sentenze definitive della Magistratura.
Noi siamo per la giusta e largamente condivisa divisione della funzione legislativa, della funzione esecutiva e di quella giudiziaria.
Siamo gelosi della nostra funzione, ma rispettosi di quelle altrui, pur nella consapevolezza che l'ordinamento intero auspica una revisione profonda del sistema.
Il Governo che oggi avrà larga fiducia, ha obiettivi ambiziosi e condivisi.
Se qualcuno aveva il desiderio di salvare una persona, noi abbiamo l'ambizione di salvare tutti i cittadini, lo Stato...