Quattro punti su cui discutere per combattere la crisi

Quattro punti su cui discutere per combattere la crisi


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali camera dei Deputati

Secondo uno studio condotto dall’Adoc, Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, “l’aumento della tassazione, dall’Iva all’Irpef, dalle accise all’Imu comporterà la diminuzione dell’8% del reddito medio pro capite, con una decurtazione media di 1200 euro l’anno, innescando un meccanismo pericoloso per l’intera economia”.
La diminuzione del reddito pro capite è al tempo stesso causa ed effetto della crisi. Le famiglie disponendo di minore reddito, a causa della crisi, spendono meno. Non acquistando, generano crisi.
La stagnazione in cui versa il Paese deve finire. Perché ciò accada, si deve trovare il modo di dare respiro alle famiglie e  far ripartire i consumi. Il calo delle vendite, in combinazione alla maggiore tassazione a carico di commercio e industria, sta provocando l’aumento dei prezzi. La conseguenza è l’inevitabile collasso, con chiusura di negozi, aziende agricole, imprese artigiane… Tutto ciò comporta la perdita di posti di lavoro. L’emorragia è tale e tanta che non si sa come tamponarla.
Dinanzi ad una situazione così complessa, non servono soluzioni tampone ma tagli chirurgici tesi ad eliminare la cancrena, per dare ossigeno ai tessuti sani…


Nota dell’on. Gero Grassi – Vicepresidente Commissione Affari Sociali camera dei Deputati

Secondo uno studio condotto dall’Adoc, Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, “l’aumento della tassazione, dall’Iva all’Irpef, dalle accise all’Imu comporterà la diminuzione dell’8% del reddito medio pro capite, con una decurtazione media di 1200 euro l’anno, innescando un meccanismo pericoloso per l’intera economia”.
La diminuzione del reddito pro capite è al tempo stesso causa ed effetto della crisi. Le famiglie disponendo di minore reddito, a causa della crisi, spendono meno. Non acquistando, generano crisi.
La stagnazione in cui versa il Paese deve finire. Perché ciò accada, si deve trovare il modo di dare respiro alle famiglie e  far ripartire i consumi. 
Il calo delle vendite, in combinazione alla maggiore tassazione a carico di commercio e industria, sta provocando l’aumento dei prezzi. La conseguenza è l’inevitabile collasso, con chiusura di negozi, aziende agricole, imprese artigiane… Tutto ciò comporta la perdita di posti di lavoro.
L’emorragia è tale e tanta che non si sa come tamponarla.
Dinanzi ad una situazione così complessa, non servono soluzioni tampone ma tagli chirurgici tesi ad eliminare la cancrena, per dare ossigeno ai tessuti sani.
Bisogna attivare quanto prima strategie capaci di dare ossigeno ai cittadini e all’economia del Paese. Si potrebbe partire da quattro punti a cui ne possiamo aggiungere molti altri.
1. Ora più che mai è necessario combattere l’evasione fiscale, per ristabilire quell’equità sociale a cui il Presidente Monti ha sempre fatto riferimento.
2. Ora più che mai è necessario abolire privilegi e sprechi che avvantaggiano poche categorie a danno dell’intera collettività.
3. Ora più che mai è necessario che i Comuni, le Regioni… facciano un censimento dei loro beni,  per strappare all’oblio quel patrimonio immobiliare che può contribuire con il suo uso, o la sua vendita, a rimpinguare le casse e dare servizi ai cittadini.
4. Ora più che mai si deve incentivare lo sviluppo, allentando la pressione fiscale sulle piccole imprese, che sono una realtà importante del Paese, capaci di dare lavoro a moltissimi cittadini.
Non è più tempo di guardare soltanto ai pochi colossi industriali. Quando c’è crisi bisogna partire dal basso per arrivare in alto e non viceversa!