Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 11.01.2015

 

Istat - Nel terzo trimestre del 2014 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dell'1,8% rispetto al trimestre precedente e dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013.
Tenuto conto dell'andamento dei prezzi, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre del 2014 è aumentato dell'1,9% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% rispetto al terzo trimestre del 2013.
La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, è risultata invariata rispetto al trimestre precedente e in lieve aumento (+0,4%) rispetto al corrispondente periodo del 2013.
La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 10,8% nel terzo trimestre del 2014, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2013.
Il tasso di investimento delle famiglie è stato pari al 6%, in diminuzione sia rispetto al trimestre precedente (-0,2 punti percentuali), sia al terzo trimestre del 2013 (-0,4 punti percentuali).
La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 39%, è diminuita di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2013.
Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 20,5%, è risultato invariato rispetto al trimestre precedente e in diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2013.
Comunicati Stampa / 10.01.2015

 

Nel terzo trimestre 2014, sulla base delle stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti dello stesso periodo del 2013.
Il calo congiunturale dipende esclusivamente dalla diminuzione dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,7%); per le abitazioni nuove si registra invece un aumento dei prezzi rispetto al trimestre precedente (+0,7%), il primo dopo due anni.
La flessione tendenziale dell'indice generale, la cui ampiezza si riduce da -4,9% del secondo trimestre a -3,9% del terzo, è la sintesi delle diminuzioni su base annua dei prezzi sia delle abitazioni esistenti (-4,8%) sia di quelle nuove (-1,3%).
Torna quindi ad ampliarsi il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove (3,5 punti percentuali da 2,9 del trimestre precedente).
La riduzione dell'ampiezza delle flessioni tendenziali dell'IPAB si verifica in presenza di segnali di ripresa dei volumi compravenduti (+4,1% è l'incremento registrato, su base annua, nel terzo trimestre del 2014 dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate per il settore residenziale).
In media, nei primi tre trimestri del 2014, i prezzi delle abitazioni diminuiscono del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sintesi di un calo del 2,4% dei prezzi delle abitazioni nuove e del 5,5% dei prezzi di quelle esistenti.
Sul data warehouse I.Stat (tema "Prezzi", sottotema "Prezzi delle abitazioni") sono disponibili i dati dell'IPAB a partire dall'anno 2010.
 
Comunicati Stampa / 06.01.2015

 
Nei prossimi mesi la fase di contrazione dell’economia italiana finirà grazie a una lieve ripresa della domanda interna. A prevederlo è l’Istat, in una nota mensile secondo la quale l’inizio del 2015 farà registrare un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi quattro anni di ininterrotta recessione. Il dato finalmente positivo, continua l’istituto, andrà però a braccetto con un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione rispetto al 13,2% registrato in ottobre. A dispetto dei primi decreti attuativi del Jobs Act, insomma, “le condizioni del mercato del lavoro rimangono difficili”. Da un lato una parte dei lavoratori “scoraggiati” ha ricominciato a cercare un posto, dall’altro chi è già sul mercato sperimenta difficoltà crescenti nel trovare un’occupazione …
A livello macroeconomico, rileva poi l’istituto, la situazione rimane frammentata. Tra le grandi economie, gli Stati Uniti sono quelli che manifestano i più decisi segnali dicrescita, mentre nell’area euro lo scenario è caratterizzato da lievi segnali di miglioramento. Grazie anche ai bassi livelli del prezzo del petrolio, che limitano i costi di produzione. Non che l’eurozona possa aspettarsi, come risultato, un boom della crescita: l’effetto positivo si limiterà a un +0,1% l’anno prossimo e toccherà lo 0,3% nel 2016, sempre che il barile non torni a rincarare. Per Roma e Berlino, comunque, impatto nullo. A guadagnarci qualcosa saranno solo Franciae Spagna.
 
 
 
Comunicati Stampa / 05.01.2015

 



Quanti bambini nati e iscritti nelle anagrafi italiane nel corso di ogni anno si chiamano nello stesso modo? E quali sono i più diffusi tra gli oltre 60 mila nomi diversi scelti dai genitori? Per saperlo l'Istat mette a disposizione il calcolatore dei nomi per anno di nascita.
È sufficiente inserire un nome e selezionare il sesso per conoscere la serie storica del numero di nati iscritti in anagrafe con quel nome, dal 1999 all'ultimo anno disponibile.
Sono inoltre predisposte le graduatorie dei nomi più diffusi ogni anno. Cliccando su un nome della graduatoria si ottiene direttamente la serie storica dei bambini registrati con quel nome.
I grafici sono interattivi: passandovi con il puntatore del mouse, il tooltip mostra i dati. L'icona accanto al titolo consente di scaricare ciascun grafico in diversi formati.

Per provare clicca sul link

www.istat.it/it/prodotti/contenuti-interattivi/calcolatori/nomi