Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 18.01.2015

 

Secondo l'ultima indagine dell'Istituto italiano di statistica, rispetto al 2013 la quota è scesa dal 43% al 41,4%. In crescita gli ebook e l'editoria per ragazzi
 
Istat - Nel 2014, oltre 23 milioni 750 mila persone di 6 anni e più dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista, per motivi non strettamente scolastici o professionali. Rispetto al 2013, la quota di lettori di libri è scesa dal 43% al 41,4%.
La popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 48% delle femmine e solo il 34,5% dei maschi hanno letto almeno un libro nel corso dell'anno.
La quota di lettori è superiore al 50% della popolazione solo tra gli 11 ed i 19 anni mentre la fascia di età in cui si legge di più è quella tra gli 11 e i 14 anni (53,5%).
La propensione alla lettura è fortemente condizionata dall'ambiente familiare: leggono libri il 66,9% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 32,7% di quelli con genitori che non leggono libri.
Nel Mezzogiorno la lettura continua ad essere molto meno diffusa rispetto al resto del Paese: meno di una persona su tre nel Sud e nelle Isole ha letto almeno un libro (la quota di lettori è rispettivamente il 29,4% e il 31,1% della popolazione).
Si legge di più nei comuni centro dell'area metropolitana: la quota di lettori è al 50,8%, ma scende al 37,2% in quelli con meno di 2.000 abitanti.
Quasi una famiglia su dieci (9,8%) non ha alcun libro in casa; il 63,5% ne ha al massimo 100.
I "lettori forti", cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 14,3% dei lettori, una categoria sostanzialmente stabile nel tempo.
 
 
Comunicati Stampa / 17.01.2015

 

La Banca nazionale ha deciso a sorpresa di lasciar fluttuare liberamente la valuta nazionale, eliminando il tetto minimo di 1,20 franchi per euro in vigore dal 2011. Di conseguenza la moneta si è subito rafforzata, scatenando timori di un indebolimento delle esportazioni.
Berna dice addio, a sorpresa, al “tetto minimo” per il cambio tra il franco e l’euro. E scatena il panico in Borsa ma anche tra i piccoli risparmiatori. In pratica la Banca nazionale svizzera ha deciso, in modo del tutto inatteso dai mercati, di lasciar fluttuare liberamente la valuta nazionale, che dal settembre 2011 viene artificialmente mantenuta “debole” per favorire le esportazioni e il mercato del lavoro. Qualcosa di simile a quello che avveniva in Italia negli anni ’90, quando Roma riduceva il valore della lira per far recuperare terreno ai propri prodotti sui mercati internazionali. Non per niente si parlava di “svalutazioni competitive“. La Svizzera più di tre anni fa ha introdotto, con lo stesso intento, una soglia di 1,20 franchi per un euro sotto la quale la moneta non poteva scendere.
Il presidente della Swiss national bank, Thomas Jordan, solo dieci giorni fa aveva definito il tetto “assolutamente centrale” e irrinunciabile. Oggi il dietrofront, arrivato come un fulmine a ciel sereno. Il tasso di cambio minimo, si legge in una nota della Banca nazionale, “è stato introdotto in un periodo di sopravalutazione eccezionale del franco e di un alto livello di incertezza nei mercati finanziari”, ma ora “non è più giustificato” perché “per quanto la valutazione del franco sia sempre alta” ora “l’euro si è deprezzato in modo considerevole rispetto al dollaro con il conseguente indebolimento del franco rispetto alla moneta Usa”.
Comunicati Stampa / 15.01.2015

 

I
stat - A novembre 2014 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,3% rispetto ad ottobre. Nella media del trimestre settembre-novembre la produzione è diminuita dell'1,0% rispetto al trimestre precedente.
Corretto per gli effetti di calendario, a novembre 2014, l'indice è diminuito in termini tendenziali dell'1,8% (i giorni lavorativi sono stati 20 come a novembre 2013). Nella media dei primi undici mesi dell'anno la produzione è scesa dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
A novembre l'indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali positive nei comparti dei beni di consumo (+1,8%), dei beni intermedi (+0,8%) e dei beni strumentali (+0,2%); diminuisce invece l'energia (-1,5%).
In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a novembre 2014, diminuzioni nei settori dell'energia (-6,9%), dei beni intermedi (-3,0%) e dei beni strumentali (-0,9%). Aumentano invece i beni di consumo (+0,9%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a novembre 2014, i comparti che registrano i maggiori aumenti tendenziali sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+6,0%), della fabbricazione dei mezzi di trasporto (+4,8%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+1,9%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei comparti della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-12,0%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,8%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,4%).
Comunicati Stampa / 13.01.2015

 

Oltre a nome, cognome, domicilio, stato civile e gli altri classici dati anagrafici spunterà anche una nuova informazione: l'indirizzo di posta elettronica certificata

ANSA - Un'unica anagrafe in sostituzione delle oltre 8.000 esistenti. Un progetto di cui si parla da tempo ma che ora sembra prendere forma, dopo la pubblicazione in G.U. del regolamento per la sua attuazione. Il provvedimento fissa precise scadenze per completare l'operazione, in linea con l'Agenda per la semplificazione, approvata a dicembre, che prevede la messa a regime per fine 2015. Un anno per far decollare un sistema alla base del processo di semplificazione e digitalizzazione della Pa.
Oltre a nome, cognome, domicilio, stato civile e gli altri classici dati anagrafici spunterà anche una nuova informazione: l'indirizzo di posta elettronica certificata e chi vorrà potrà sceglierla come "esclusivo mezzo di comunicazione" con la Pa. Verrà quindi garantito l'invio telematico delle attestazioni, delle dichiarazioni di nascita e dei certificati.
Guardando alla vita di tutti i giorni, viene spiegato sul sito dell'Agenzia per l'Italia digitale, la cosiddetta Anagrafe nazionale per la popolazione residente sarà capace di dialogare con le altre banche dati di rilevanza nazionale e regionale "in modo che le informazioni di anagrafe, una volta rese dai cittadini, si intendano acquisite dalle pubbliche amministrazioni, senza necessità di ulteriori adempimenti o duplicazioni". Tanto che nell'Agenda per la Semplificazione si parla di "eliminazione di tutte le comunicazioni verso la pubblica amministrazione relative alla variazione dei dati anagrafici e di stato civile ed integrazione delle banche dati anagrafiche, con conseguente riduzione dei tempi e dei costi per gli utenti e risparmi di risorse per le amministrazioni".