Comunicati Stampa

Comunicati Stampa / 03.02.2015

 

La forte riduzione della natalità nel nostro Paese e le conseguenze sull’equilibrio del sistema-popolazione sono a tutti evidenti. Negli ultimi 60 anni, un arco temporale relativamente breve per la demografia, la transizione demografica ha profondamente trasformato i comportamenti e le strutture della popolazione italiana. La dinamica opposta degli straordinari guadagni nella sopravvivenza, da un lato, e della fortissima riduzione della fecondità, dall’altro, ha prodotto una struttura per età della popolazione fortemente invecchiata e che contiene in sé le premesse per un’ulteriore accelerazione del processo di invecchiamento.
Il fenomeno della contrazione delle nascite ha riguardato solo marginalmente il primo figlio: almeno fino alle coorti di donne nate nella seconda metà degli anni ’60, circa 4 donne su 5 non hanno rinunciato ad avere almeno un figlio. Nello stesso tempo i progetti riproduttivi delle donne continuano a prevedere in media almeno 2 figli, come confermato anche dai dati dell’edizione 2012 dell’indagine campionaria sulle nascite e le madri. Queste attese contrastano con gli indicatori di fecondità effettivamente realizzata, calcolati correntemente dall’Istat sulla base delle rilevazioni di fonte anagrafica; questi ci restituiscono, infatti, un quadro di persistente bassa fecondità: 1,4 figli per donna in media nel 2012. Ne deriva che i vincoli che limitano la fecondità italiana e che hanno fatto conquistare all’Italia il primato tra i paesi meno prolifici intervengono non solo sulla decisione di avere o meno un figlio, ma anche su quella di averne più di uno.
Considerando che l’intervallo medio tra la nascita del primo e del secondo figlio è di due-tre anni, un target privilegiato di osservazione e di intervento per le politiche a sostegno della famiglia è costituito proprio dalle donne divenute madri da poco.
Queste donne costituiscono l’universo di riferimento dell’indagine campionaria sulle nascite: le intervistate vengono contattate nel momento in cui generalmente maturano le scelte in merito ai progetti riproduttivi futuri e in cui con maggior forza si avverte il peso dei vincoli che si frappongono alla loro realizzazione.
L’Istat ha condotto tre edizioni dell’indagine campionaria sulle nascite e le madri, intervistando le donne che hanno avuto un figlio nel 2000/2001, nel 2003 e nel 2009/2010, con l’obiettivo di contribuire alla comprensione delle dinamiche più recenti dei comportamenti riproduttivi, anche in relazione con la crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro registrata negli anni 2000... 

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Comunicati Stampa / 02.02.2015

 

Una sede associativa caratterizzata dalla bandiera europea, italiana e bielorussa, e soprattutto in rete con il mondo intero. E’ stata inaugurata a Terlizzi sabato 31 gennaio, alle ore 18.00, al numero 13 di largo La Ginestra.
L’evento ha registrato la presenza dei “genitori accoglienti”, di autorità civili, religiose e militari.
Fondata a Terlizzi nel 2006, l’associazione risponde all’intento di favorire la presenza sul territorio di bambini e ragazzi bielorussi provenienti dall’area contaminata di Chernobyl e dalle sue adiacenze, dove la salute, l’ambiente, l’economia e la vita sociale risultano minacciate da fattori deleteri, parzialmente contenuti dal proliferare di iniziative solidali al modo dell’intensa attività umanitaria promossa proprio dall’Associazione presieduta da Paolo Leovino: ben 17 progetti di accoglienza attuati negli ultimi 8 anni con il sostegno di équipe professionali; circa 350 ragazzi bielorussi temporaneamente inseriti in altrettante famiglie pugliesi; svariati interventi di ristrutturazione di ambienti comunitari nelle località da cui provengono; donazione di strumenti elettromedicali a strutture di riferimento bielorusse; ospitalità temporanea di giovani in remissione oncologica con l’accompagnamento di medici e assistenti interpreti; ripetuti accreditamenti presso le autorità ministeriali, consolari e d’ambasciata; interscambio con l’Università degli Studi di Bari incentivante la cooperazione internazionale.
Alla Inaugurazione della nuova sede hanno preso parte tra gli altri: il parlamentare Gero Grassi, il viceprefetto Mario Volpe, l’assessore comunale Marina Cagnetta, il Comandante della Tenenza dei Carabinieri di Terlizzi, don Michele Fiore.
Comunicati Stampa / 31.01.2015

 


La Costituzione della Repubblica Italiana
Parte Seconda – Ordinamento della Repubblica
 
Art. 83.
Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri.
All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato.
L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
Art. 84.
Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici.
L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica.
L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge.
Art. 85.
Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.
Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.
Art. 86.
Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del Senato.
In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei deputati indice la elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione.
Art. 87.
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere.
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere.
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
Presiede il Consiglio superiore della magistratura.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica.
Art. 88.
Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura. ]
Art. 89.
Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.
Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Art. 90.
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.
Art. 91.
Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune.
 
Comunicati Stampa / 29.01.2015

 


Da, oggi,
giovedì 29 gennaio 2015, iniziano le operazione di voto per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Il Capo dello Stato è eletto dal Parlamento in seduta comune(Camera e Senato). All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio Regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle D’Aosta ha un solo delegato.
Votano quindi 1009 Grandi Elettori: cioè 630 deputati, 315 senatori elettivi, 6 senatori a vita e 58 rappresentanti delle Regioni. I senatori a vita sono: Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia.
Lelezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza qualificata, pari ai due terzi dell’assemblea (cioè 672 voti). Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta 50%+1 (505 voti).
 
Comunicati Stampa / 27.01.2015

 


Ansa - Non tutto, 70 anni dopo, si può fotografare ad Auschwitz. Ma proprio gli scatti proibiti restano davanti agli occhi per sempre. Le "impronte" dell'orrore sono in grado di trasmettere eventi che numeri e fatti non possono raccontare. E il prossimo 27 gennaio, nel luogo in cui la memoria del genere umano conserva la sua pagina più buia, si celebreranno i 70 anni dalla liberazione, avvenuta grazie all'Armata rossa. Protagonisti saranno i sopravvissuti. Sono oltre 300, molti quasi centenari.
Il campo di concentramento di Auschwitz I, in Polonia, a pochi km da Cracovia, è il primo di tre lager sul posto concepiti dai nazisti per i prigionieri di guerra - il primo "carico" umano arrivò il 14 giugno del 1940 - e poi destinati a realizzare quella "soluzione finale della questione ebraica", decisa nella famigerata conferenza di Wansee. La 'soluzione finale', proprio in questo luogo, significò lo sterminio di 1.100.000 persone: il 90%, ebrei. Fra i 1.300.000 prigionieri che furono rinchiusi nel lager più grande del regime nazionalsocialista, fra il 1949 e il 1945, c'erano anche 140-150 mila polacchi, 33 mila rom, 15 mila sovietici e 25.000 persone di diverse nazionalità.
Ad Auschwitz 1 è possibile vedere ancora il primo forno crematorio, messo in uso in occasione degli esperimenti con lo Zyklon B, il gas in grado di uccidere centinaia di persone in 10-15 minuti...