
26 Feb Caso Moro, oltre 15mila documenti ancora segreti. Appello del Pd al governo
Posted at 11:39h
in Comunicati Stampa

Roma, 25 feb. (Adnkronos/Ign) – A quasi 40 anni dal caso Moro, nell’archivio del Senato ci sono ancora oltre 15mila documenti ’segreti’ che riguardano il rapimento e l’assassinio del presidente della Dc e che non possono essere letti. E’ quanto denunciano i deputati del Pd Gero Grassi e Marco Carra, che rivolgono un appello al nuovo governo.
”Abbiamo chiesto con un’interrogazione al presidente del Consiglio di procedere alla totale declassificazione dei documenti relativi al caso Moro in considerazione del loro possibile impiego nell’ambito delle indagini in corso (la Procura di Roma ha recentemente aperto un nuovo fascicolo) o affinché possano essere messi nella disponibilità di ricercatori e storici che inseguono da anni una verità irrinunciabile per l’Italia”.
”Su un totale di 54.792 pagine relative al caso Moro riversate presso l’archivio storico del Senato -spiegano Grassi e Carra- ben 15.343 (circa il 30%) sono attualmente classificate. Si tratta di una cifra importante alla quale si aggiunge un altro elemento: non è ancora stato emanato il regolamento attuativo della legge di riforma dei Servizi Segreti (n. 124/2007) che disciplina la materia. Questa circostanza consente agli uffici di Aise ed Aisi di rispondere negativamente alle richieste di declassificazione di alcuni loro atti”.
”Ci dividono ormai ben 36 anni dai 55 giorni che cambiarono il corso degli eventi nel nostro Paese -spiegano i parlamentari del Pd – ma tuttora, e nonostante l’estrema rilevanza politica e storica del caso, esistono molti documenti non disponibili perché classificati; l’attualità del caso Moro è un comune orientamento imposto dalla circostanza che molti aspetti del rapimento e dell’assassinio del presidente della Dc e della sua scorta non sono mai stati chiariti”.
”E’ inaccettabile la lentezza con cui si è proceduto alla declassificazione di questi materiali, chiediamo una svolta da parte delle amministrazioni competenti, anche in vista dell’imminente approvazione della legge che istituisce una nuova commissione parlamentare d’inchiesta”, concludono Grassi e Carra.