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BASSO PROFILO
Il Pd è coinvolto ma non sa quanto
 Meglio stare zitti
Franceschini punzecchia il premier: “Si occupi dei problemi del Paese”.
Ma trema per le indiscrezioni che riguardano due suoi politici. Di Pietro: pronti a sfiduciate il governo
GIANLUCA ROSELLI
ROMA
 
L’ ordine di scuderia è basso profilo. Sulla vicenda delle ragazze squillo alle feste di Silvio Berlusconi il Partito democratico scegli di non calcare la mano. Si chiede chiarezza, sì ma senza orchestrare una campagna contro il premier perché questo farebbe solo il gioco del Cavaliere. Che, secondo il vertice del Pd, è interessato proprio «a buttarla in rissa per non chiarire nulla». Innanzitutto, secondo i ragionamenti che suono fatti in queste ore al Nazareno, affondare il colpo, in questo caso non serve. Le nubi che si stanno addensando intorno al Palazzo Gràzioli e a Villa Certosa sono già abbastanza scure. Soffiare sul fuoco delle polemiche potrebbe risultare addirittura controproducente. Dunque prudenza: aspettare e vedremo cosa succede.
Ma poi c’è anche il fatto che tra le carte dell’inchiesta della procura di Bari ci sono pure due uomini del Pd: il vicepresidente della giunta regionale Sandro Frisullo, dalemiano di ferro, e il parlamentare Gero Grassi. Quindi, almeno fino a quando non si conosce il coinvolgimento dei due democratici pugliesi in questa storia, meglio tacere. E infatti i commenti sono soft A cominciare da Dario Franceschini “Berlusconi farebbe bene a occuparsi dei problemi del Paese qui c’è ogni giorno qualcuno che perde il lavoro e un’ azienda che chiude. Questi sono i veri temi. Per il resto, noi siamo pronti ad ogni evenienza», dice il segretario. Lasciando intendere che l’atteggiamento del Pd sarà quello di aspettare che la maggioranza si faccia male da sola.
“Forse parlare di basso profilo e sbagliato” osserva il dalemiano Nicola Latorre, «perchè il premier prima o poi dovrà dire una parola chiara su questa vicenda. La questione e un’altra. noi siano preoccupati per la credibilità del paese. Un premier che i risulti ricattabile è un pericolo per la credibilità sua e di quello che rappresenta”. Per questo motivo continua Latorre, “vogliamo trasmettere un senso di responsabilità non buttandoci a capofitto in queste polemiche, il contrario di quello che sta facendo il PdL che attacca e parla di complotti contro il Cavaliere”. Secondo Latorre, inoltre, “è inutile guardare a possibili scenari futuri perché per ora non c’è nessuna ipotesi di dimissioni di Berlusconi e il Pd non ha intenzione di chiederle, anche perché le maggioranze cadono in Parlamento, per motivi politici”.
In realtà, specie nello staff di Franceschini, qualcuno inizia ad accarezzare l’idea di una caduta anticipata del governo. Molti ci sperano ma qualcuno vede questa ipotesi come una complicazione: le elezioni anticipate infatti, prenderebbero in contropiede il Pd. «O lo scandalo che travolge Berlusconi è talmente grave che d’un balzo ci permette di recuperare molti voti oppure per noi andare a votare adesso non conviene… » e il ragionamento che si sta facendo al Nazareno visto il risultato delle Europee. Per questo anche per i democratici la soluzione migliore, se davvero la crisi esplodesse, è quella del governo istituzionale.
Antonio Di Pietro, invece, al contrario, non si fa problemi a usare la sciabola al posto del fioretto: invita Berlusconi a riferire in Parlamento e prepara una mozione di sfiducia al goveno. “Mentre l’Italia brucia e la gente non riesce ad arrivare alla fine del mese, il nostro satrapo se la gode nelle sue ville. Non possiamo lasciare il paese nelle mani di questo Nerone”, attacca Di Pietro. Mentre a Luigi De Magistris sembra di stare nel Satyricon di Petronio. “C’è un clima di decadenza dell’ impero”, osserva il neoeletto a Strasburgo “secondo me la situazione è ancor più grave di quanto emerso finora. Berlusconi, però,va battuto sul fronte politico”.

Gli esponenti del PD
Frisullo e Grassi: tirati dentro senza motivo
di Lello Parise

Bari - I due esponenti PD inciampati nell'inchiesta di Bari - il vicepresidente della giunta regionale Sandro Frisullo e il deputato Gero Grassi - gettano acqua sul fuoco sei sopsetti. Entrambi negano di avere beneficiato degli "aiutini" di Giampi Tarantini, l'imprenditore della sanità che avrebbe ingaggiato Patrizia D'Addario per due notti con il premier. Dice Frisullo:"Tarantini l'ho conosciuto attraverso amici comuni. Un fatto è certo: non ho mai partecipato a feste, nè in Sardegna nè da queste parti". E lo stesso fa Grassi.
Onorevole Grassi, anche lei lontano da ogni tipo di festa?
"Guardi, l'unico, ed esagerato, vizio che ho è quello delle dannate sigarette".
Il suo nome salterebbe fuori dalle intercettazioni.
"Si pare che io sia "contenuto" nell'indagine".
E come conosce Tarantini?
"Me l'hannopresentato in un paio di occasioni, niente di più. Lui non ha mai cercato me, nè il sottoscritto ha mai cercato lui".
Eppure in qualche telefonata lei sarebbe citato.
"Dico solo che se dovesse saltare fuori qualsiasi cosa sul mio conro, mi dimetterei dalla Camera. Ma io in questa storia non c'entro assolutamente nulla".



Alla cortese attenzione
di Ezio Mauro
Direttore La Repubblica
 
 
 
Egregio Direttore,
sia pur con le regole del condizionale e lo stile del “punta di penna”, in un articolo odierno sui “ricchi” risvolti della famosa indagine barese ritrovo esposto il mio nome.
Proseguendo nella lettura con ragionevole speranza d’ottenere ulteriori precisazioni, anche per escludere l’ipotesi d’esposizione inutile al pubblico ludibrio, la mia curiosità è risultata purtroppo inappagata.
Allo stato risulterei semplicemente “contenuto” nell’indagine, a merito (e sottolineo merito senza ironia) di intercettazioni telefoniche, il cui contenuto è conosciuto (mi pare di capire) per delazione orale.
Tutto qui!
Mentre ciò accade, tutti, cioè la mia famiglia, i mie amici, i dirigenti ed i militanti del mio partito, l’opinione pubblica e ovviamente i giornalisti che hanno scritto l’articolo (altrimenti avrebbero aggiunto qualche particolare), sono in grado di poter dire tutto e il contrario di tutto.
Potrebbero dire che ho partecipato ai festini (presunti) di Berlusconi come potrebbero rassicurare sul fatto che il mio tempo libero è ritagliato solo per la partecipazione alla Santa Messa; potrebbero affermare che sono un maniacale consumatore di sostanze stupefacenti per ricchi e viziati signori, come potrebbero giurare che l’unico ed esagerato vizio che ho è quello delle dannate sigarette: potrebbero dipingermi come un “mariuolo” che scambia poteri pubblici con mazzette come potrebbero ridurmi ad un “cazzone” che spende tutto ciò che guadagna, senza mettere nulla da parte, per dare organizzazione e sostegno ai tanti che in ogni Città della Regione condividono la stessa passione: la politica.
Insomma, caro Direttore, l’articolo mi espone al tutto che notoriamente è parente del niente, facendomi invidiare alcuni ed autorevoli coinvolti che oggi possono almeno sapere che c’è una Patrizia D’Addario qualsiasi che ha raccontato qualcosa sul proprio conto, ed eventualmente difendersi.
Mentre penso e scrivo tutto questo la mente corre in avanti, al giorno in cui probabilmente si saprà che il mio nome è “contenuto” nell’indagine perché altri hanno parlato di me (e come impedirlo?), e ciò purtroppo accadrà senza l’onore dello stesso clamore, e che tali altri non li conoscevo o se li ho conosciuti, la “straordinaria” familiarità si limitava al buongiorno e buonasera, come si dice dalle mie parti.
Andrà così, la prego di credermi, invitandola ad accettare la delega a depositare le mie dimissioni alla Presidenza della Camera dei Deputati qualora altro e decisamente diverso da questo dovesse emergere.
Nel frattempo la prego di accettare la mia amarezza, quella che mi fa pensare che forse (ma non voglio insegnare il mestiere ad alcuno) la semplice citazione del mio nome, senza uno straccio di dettaglio, forse anche la supposizione di una vaghissima conoscenza con qualcuno più implicato, poteva e doveva essere evitata.
Ero intenzionato a presentare una querela per diffamazione, ma per ora ho desistito: il mio avvocato mi riferisce che l’uso accorto del condizionale (“sarebbero”) e la punta di penna rendono incerto l’esito della Giustizia che vendica il mio onore ferito: se ciò è vero la prego di tener conto che alla sua gratificazione per la professionalità dei suoi giornalisti nell’evitare guai, corrisponde la sofferenza della mia famiglia e dei tanti miei amici, che in queste ore ben potrebbero dubitare di me.
Reagisco con questa semplice lettera. In questo momento è tutto ciò che posso. La invito a pubblicarla integralmente ed a farne ciò che vuole; non ambisco alle sue scuse ma la prego solo di evitare sermoni sui doveri dell’informazione, scegliendo eventualmente di rivolgermi anche meno di dieci domande, alle quali sarò felice di rispondere con inusuale premura, senza farla ricorrere ad iniziative di giusta petulanza come la sorte le sta esigendo in queste settimane.
Con stima.
Bari, 19/06/2009
On. Gero Grassi
 
 
 
 
 
P.S. Anche io pratico giornalismo, essendo da anni un Iscritto all’Ordine dei Pubblicisti.