Author: Gero Grassi

Comunicati Stampa / 24.12.2013


Nel 2013 aumenta rispetto all'anno precedente la quota di famiglie che dispone di un accesso ad Internet da casa e di un personal computer (rispettivamente dal 55,5% al 60,7%, dal 59,3% al 62,8%).
Le famiglie con almeno un minorenne sono le più tecnologiche: l'87,8% possiede un personal computer, l'85,7% ha accesso ad Internet da casa. All'estremo opposto si collocano le famiglie di soli anziani di 65 anni e più, appena il 14,8% di esse possiede il personal computer e soltanto il 12,7% dispone di una connessione per navigare in Internet.
Se si confronta la disponibilità di personal computer e di un accesso ad Internet da casa, il divario tra le famiglie in cui il capofamiglia è un operaio e quelle in cui è un dirigente, un imprenditore o un libero professionista risulta di circa 19 punti percentuali a favore di questi ultimi. Anche la distanza nel possesso di un cellulare abilitato alla connessione ad Internet è ampia, circa di 23 punti percentuali.
Le famiglie del Centro-nord che dispongono di un personal computer sono il 65,4% e rappresentano il 63,3% quelle che dispongono di un accesso ad Internet da casa a fronte del 57,2% e del 55% registrati nel Sud-isole. Il Mezzogiorno registra un forte ritardo nel possesso del cellulare con connessione ad Internet (il 36,1% contro il 47,6% del Centro-nord)...
Comunicati Stampa / 23.12.2013

…Gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si...

Comunicati Stampa / 21.12.2013


Nel 2012, il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale, secondo la definizione adottata nell'ambito della strategia Europa 2020. L'indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà (calcolato sui redditi 2011), della severa deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro. L'indicatore adottato da Europa 2020 viene definito dalla quota di popolazione che sperimenta almeno una delle suddette condizioni.
Rispetto al 2011, l'indicatore cresce di 1,7 punti percentuali, per l'aumento della quota di persone in famiglie severamente deprivate (dall'11,2% al 14,5%); la quota di persone che vivono in famiglie a rischio di povertà è sostanzialmente stazionaria (19,4%) dopo l'incremento osservato tra il 2010 e il 2011; si mantiene stabile, dal 2010, anche quella relativa alla bassa intensità lavorativa (10,3%).
Il rischio di povertà o esclusione sociale è di 5,1 punti percentuali più elevato rispetto a quello medio europeo (pari al 24,8%) come conseguenza della più elevata diffusione della severa deprivazione (14,5% contro una media del 9,9%) e del rischio di povertà (19,4% contro 16,9%)...
Comunicati Stampa / 19.12.2013


Un 2013 ancora a tinte fosche per le costruzioni: tra settembre 2012 e settembre 2013, l’occupazione nel settore è diminuita del 7,1%, con una perdita di 123.000 occupati. Un calo che, sommandosi a quelli registrati dal terzo trimestre 2008, porta ad una diminuzione complessiva di 400.000 occupati nelle costruzioni, pari al -20%.
Saldo negativo anche per le imprese artigiane dell’edilizia che, da settembre 2012 a settembre 2013, sono calate del 4,3%. A rischiarare l’orizzonte del settore arrivano però le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni.
 A rilevare l’impatto della crisi sull’edilizia e ad indicare le possibili strade per attenuare le difficoltà di imprese e lavoratori è un rapporto di Confartigianato presentato oggi in occasione dell’Assemblea di Confartigianato Costruzioni, guidata dal Presidente Arnaldo Redaelli .
Dalla rilevazione emerge un quadro con molte ombre, costellato da segni negativi: nel 2012 il valore aggiunto del settore è diminuito del 5,8% rispetto al 2011. Ma il calo aumenta vistosamente se si estende la rilevazione al periodo pre-crisi: dal 2007 al 2012, infatti, la perdita di valore aggiunto delle costruzioni tocca il 22,2%, il calo maggiore tra i settori economici che hanno perso in media il 6,6% del valore aggiunto...