CANDIDABILITÀ, ELEGGIBILITÀ E RICOLLOCAMENTO DEI MAGISTRATI

CANDIDABILITÀ, ELEGGIBILITÀ E RICOLLOCAMENTO DEI MAGISTRATI

La Camera dei deputati ha approvato, in prima lettura, la proposta di legge, già votata dal Senato “Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali”. Si tratta di un provvedimento importante che attiene alla funzione della magistratura, ai principi costituzionali di indipendenza, autonomia e divisione dei poteri e al rapporto tra questi principi e il diritto all’elettorato passivo. Rispettando l’impianto già votato dal Senato, la Camera ha modificato il testo, tenendo insieme, nel giusto equilibrio, la possibilità di svolgere un ruolo di servizio istituzionale senza fare venir meno, sia nella fase della candidabilità e dell’eventuale elezione e sia nel successivo ricollocamento – successivo al mandato – questi principi e quel ruolo e quella percezione di terzietà che una funzione come quella di magistrato deve intrinsecamente portare con sé. Il testo approvato riesce quindi a tenere unite tre esigenze fondamentali: rispettare l’autonomia tra i diversi poteri dello Stato; impedire che venga compresso il diritto costituzionale all’elettorato passivo per una categoria di persone, i magistrati, che invece hanno tutto il diritto di decidere di servire il Paese in modalità diverse da quelle giurisdizionali; e, infine, impedire che la temporanea militanza politica e istituzionale costituisca uno strumento che possa essere utilizzato in maniera impropria per chi volesse decidere di sovrapporre il proprio ruolo giurisdizionale con quello politicoamministrativo, con le ovvie e non positive conseguenze che da ciò ne deriverebbero…
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